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L'Inter inguardabile in Champions League. La squadra, come dice Massimo Moratti, "è rimasta a Milano". Non è partita con Mourinho e il resto della comitiva per Barcellona. O meglio, fisicamente tutti presenti, ma con la testa chissà dove. Il tecnico ha le sue colpe, avrebbe dovuto tenere il gruppo più sotto pressione. La squadra, però, ci ha messo del suo. E' noto che il compito dell'allenatore è studiare gli avversari e le mosse tattiche per annullarli (in questo caso il Barca). Dovrebbe essere invece lavoro dei giocatori ascoltare e mettere in pratica i consigli del tecnico. Nulla di tutto questo è successo al camp Nou martedì sera. Al contrario da parte interista sono usciti movimenti incredibilmente strani e senza logica.
Maicon che non ha capito niente di Pedro, che per l'intera gara ha fatto quello che ha voluto. Agghiacciante anche la prestazione di Cambiasso. L'argentino sembrava sceso in campo per la prima volta in una gara di Champions League. E che dire di Thiago Motta, che come fosse una gara tra scapoli e ammogliati, lascia campo libero agli avversari e a Pique per l'1-0. Senza dimenticare Julio Cesar. Bravo a non prendere la rete del 3-0, ma pessimo sul 2-0 che si infila alle sue spalle senza problemi. Tutto questo, si aggiunge al resto del gruppo che in un momento di follia, che costerà caro, ha giocato per far vincere la formazione di Pep Guardiola, che meglio di Mourinho ha saputo infondere ai suoi l'attenzione giusta per la sfida di Coppa.
E che pensare, quando c'è chi compara Zanetti e Stankovic a Iniesta e Xavi? Negare l'evidenza (di una netta superiorità dei 2 blaugrana) non sempre paga. Alla luce di tutto questo, sta per diventare certezza il sospetto che la squadra Inter sia priva di personalità. Troppo debole mentalmente per imporre il proprio carattere sui campi d'Europa..