Mourinho: «In Italia non mi apprezzano»

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  1. •Luca†
     
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    MILANO, 29 novembre - José Mourinho non si sente apprezzato in Italia. In una lunga intervista al giornale portoghese “Record”, il tecnico dell’Inter racconta i “dolori” della sua esperienza nel Belpaese, lamentandosi dello snobismo dell’opinione pubblica e dei colleghi nei suoi confronti. Ce n’è anche per i suoi connazionali, accusati di non essere orgogliosi del suo successo all’estero.

    ITALIA INGRATA - «In Italia ci sono venti allenatori: 18 sono italiani, uno mezzo italiano e mezzo brasiliano (Leonardo, che in realtà è tutto brasiliano, ndr) e uno straniero - dice Mourinho -. Quando tra un mese voteranno per l’allenatore dell’anno, un premio che viene dato dagli stessi allenatori, io non vincerò. Forse, sarò addirittura ultimo. Forse dovrò votare per me stesso per avere un voto. Non posso nemmeno più avere due voti, perché il mio amico Walter Zenga, che è tifoso dell’Inter, è stato esonerato dal Palermo».

    PORTOGALLO IRRICONOSCENTE - Se l’Italia gli dà poche soddisfazioni, in Portogallo forse è ancora peggio: «In un paese che non è esattamente grande - ironizza lo Special One - dovrebbero essere fieri delle poche persone che riescono a conquistare il successo nel mondo. Invece c’è un incomprensibile atteggiamento. È dura ricevere telefonate da persone disgustate dalle cose che sentono da gente che ha posizioni di responsabilità. Ci sono amici che mi chiamano per dirmi che quando guardano le partite dell’Inter alla tv portoghese tengono il volume abbassato. Io vedo come in Italia celebrano le vittorie di Ancelotti al Chelsea, come si arrabbiano per l’ingiusta eliminazione dell’Irlanda di Trapattoni e come sono felici per i successi di Capello con l’Inghilterra. Qui ho visto la passion e l’affetto con cui Ancelotti, Trapattoni e Capello sono trattati. Quando paragono questo atteggiamento con quello che succede nei miei confronti nel mio paese, certe volte mi metto a pensare, altre mi metto a ridere. La differenza è assurda. Tornare in Portogallo? Non ci penso. Il calcio del mio paese non mi stimola e nemmeno tornare a vivere in patria. Forse un giorno potrei tornare per la nazionale portoghese, ma solo quando sarò vecchio e la Federazione mi vorrà. Non sarà nei miei 60, ma nei miei 70, un po’ come Trapattoni adesso in Irlanda».
     
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0 replies since 30/11/2009, 10:57   19 views
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