Mourinho: «Troppa attenzione per Balotelli»

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  1. •Luca†
     
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    MILANO, 29 novembre - Una grande Inter. È quella che José Mourinho ha visto oggi in campo contro la Fiorentina a San Siro. Al di là del risultato risicato - 1-0 su rigore di Milito all’85’ - il tecnico nerazzurro è convinto che la sua squadra abbia dimostrato di avere superato lo choc di Barcellona. «Oggi si è visto che la squadra è entrata in campo senza paura dopo la sconfitta in Champions - dice ai microfoni di Sky -. Questa per l’Inter era la partita più importante: non la prossima, non la scorsa. Contro un avversario difficile, abbiamo fatto una gran partita. La Fiorentina ha avuto una grande palla gol all'80' con Gilardino, ma per 80 minuti l’Inter ha fatto meglio: è stata più veloce e ha avuto tante occasioni. Poi ha anche segnato, ma l’arbitro ha deciso di annullare e su questo non dico niente. La vittoria è arrivata all'85 ed è stata giusta e questo significa che la squadra dopo avere pareggiato con la Roma è andata a Bologna senza alcun tipo di problema e dopo avere perso col Barcellona ha giocato con la Fiorentina senza alcun tipo di problema».

    QUARESMA RITROVATO - Una delle sorprese più felici della giornata per i tifosi dell’Inter è stato Quaresma, riproposto a sorpresa da Mourinho e protagonista della sua migliore prova da quando è in nerazzurro. «Io con i giocatori sono come con i risultati - commenta Mourinho -. Quando vinco a Kiev e dicono che sono il migliore del mondo non ci credo e lo stesso quando perdo col Barcellona e dicono che sono il peggiore non ci credo. Non ha mai pensato che Quaresma sia un bidone e non penso oggi che sia il migliore del mondo. Ha fatto una grande partita: ci ha messo voglia, aggressività e la capacità di adattamento al calcio dell’Inter. Poi negli ultimi dici minuti aveva i crampi, ma è normale per un giocatore che si allena bene ma non è abituato a giocare. Sono contento che in un'Inter che ha giocato bene vengano fatti i complimenti a Quaresma».

    MILITO ANCORA IN GOL - Milito continua ad andare a segno, non facendo rimpiangere da questo punto di vista la partenza di Ibrahimovic. Ma per Mourinho non è questa la cosa più importante: «Non mi sorprende - spiega - perché Milito è un bravo giocatore e un bravo professionista, ma per me ci sono cose più importanti del fatto di segnare, ad esempio giocare bene. È questo il modo che mi piace di un professionista. Nel secondo tempo Eto’o ha sbagliato un gol davanti a Frey, ma sono contento di lui perché ha giocato bene e alla fine era contento per la vittoria della squadra. Tutti gli attaccanti oggi sono stati bravi. Quaresma ha fatto buona una partita; Milito non ha fatto cose dell’altro mondo ma alla fine ha avuto la freddezza per segnare il rigore; Eto’o non ha segnato ma ha giocato bene».

    BALOTELLI IN TRIBUNA - Oltre alla vittoria sulla Fiorentina, la notizia del giorno è la decisione di Mourinho di mandare Balotelli in tribuna. Ovviamente al tecnico portoghese viene chiesto il perché, ma lui non ci sta ad affrontare l’argomento: «Mi sembra che quando una squadra gioca così e vince sia una mancanza di rispetto parlare di un giocatore che non c'è stato. Non credo di dovermi giustificare, è un'opzione mia». Di fronte alle insistenze sul tema degli intervistatori, Mourinho alla fine non si trattiene: «Non capisco perché si parla tanto di Balotelli. Oggi in panchina avevo due campioni del mondo: Vieira ha vinto tutto ed è entrato per giocare cinque minuti e Materazzi non è proprio entrato. Balotelli chi è per meritare tante domande? Ho deciso di mandarlo in tribuna. Chi era in campo ha fatto il suo dovere, per 90 minuti non ho pensato proprio a Mario, devo essere sincero».

    CHAMPIONS IN SALITA - L’Inter domina in Italia ma stenta in Europa e anche Juve e Milan fuori dai confini nazionali non stanno esaltando. È un problema del calcio italiano? «Io non voglio dare spiegazioni sulla Juve e sul Milan - risponde Mourinho - né in generale sul calcio italiano. La mia squadra è in un girone molto difficile in cui c’è stato qualche risultato molto equilibrato. Con il Barcellona ci può stare sconfitta, ma abbiamo giocato troppo male e l’ho detto subito. Tutti parlano della finale (di Champions League, ndr) di Madrid, ma la mia finale sarà con il Rubin Kazan l’8 dicembre a San Siro (gara decisiva per il passaggio dell’Inter agli ottavi, ndr)».

    ONESTÀ - Infine, al tecnico nerazzurro viene ricordata una frase pronunciata ieri dal presidente dell’Inter Moratti, che ha dichiarato che «Mourinho è una persona responsabile, un professionista serio, che capisce e risponderà ai suoi doveri». Al portoghese viene quindi chiesto quali siano, a suo avviso, i suoi doveri nei confronti dell’Inter: «Io solo un dovere: di essere onesto - risponde il tecnico lusitano -. Niente di più. Non devo vincere niente, devo solo essere onesto. Che cosa intendo? Lavorare tanto, essere professionista e non pensare solo all’Inter di oggi ma anche all’Inter del futuro. Le mie squadre restano sempre organizzate per gli anni a venire, mi è sempre successo dovunque sono stato. Essere onesto è vivere per il mio lavoro e dedicarmi a quello, questo è essere onesto. Questo voglio dal primo all’ultimo giorno della mia carriera. Poi se vinco o se perdo non è mio problema, uscirò da ogni stadio a testa alta perché sono onesto».
     
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