Milito se ne va, ma la Samp balla il tango

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  1. Ronaldo97
     
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    "Un grande momento di giornalismo". Era stato raccontato così il primo settembre, quando Federico Pastorello, al di fuori del box della Lega, lanciò il fax incriminato: nero su bianco c'era l'accordo fra Saragozza e Genoa per il ritorno in rossoblù di Diego Milito. Il Principe argentino riabbracciava la sua Zena dopo due anni di esilio andaluso, facendo impazzire subito il Grifone con la bellissima vittoria per due a zero contro il Milan. Il resto è storia recente, con l'argentino che sigla ventiquattro gol - media mostruosa, la sua, se si considerano le sole trentuno presenze.
    Il tre maggio dell'anno scorso il derby della Lanterna era stato illuminato dal sudamericano: tre reti, una più bella dell'altra, avevano mandato in visibilio la tifoseria genoana, facendo ballare la difesa sampdoriana con l'incedere lento da ballerino di tango, con l'eleganza dovuta a un Principe. Una serata quasi impossibile da dimenticare e da ripetere.
    Ai nastri di partenza della stagione, la Sampdoria sembrava notevolmente rinforzata: gli arrivi di Mannini e Tissone, l'affidabilità di Stankevicius, le parate di Castellazzi avevano fatto partire a razzo i blucerchiati, sapientemente gestiti da quello stratega (quasi) perfetto che è Gigi Delneri. Il Genoa, persi Diego Milito e Thiago Motta, aveva ottenuto giovani di rilievo (Bonucci e Ranocchia, prestati al Bari, sono due colpi da grandissima squadra, poi Tomovic, Acquafresca, Meggiorini e compagnia cantante) e inserito calciatori come Floccari, Palacio, Zapater e Crespo.
    Sprint Sampdoria, Genoa diesel, la classifica che parla chiaro: 24 a 20 per la banda Cassano, al primo derby della stagione. Gasperini studia la gabbia per il barese, ritrova la verve di Juric e le geometrie di Milanetto, spedisce i due centravanti in panchina, calando il trio Palladino-Sculli-Palacio. Balla il tango, come sei mesi fa, la difesa della Doria: Palacio viene servito coi giri giusti dal petto di Sculli, entra in area, viene affondato. Milanetto non sbaglia. Biava viene espulso, Marco Rossi trova il pertugio giusto per il raddoppio, anche in dieci uomini: l'altro Marco Rossi, quello in maglia blucerchiata, viene cacciato per un fallo ingenuo, Palladino manda a tre il conto, Cacciatore si fa espellere al quarantatresimo di una gara abbondantemente chiusa.
    Alla Samp il compito di leccarsi le ferite, sperando che - alla prossima - la musica sia ben diversa.
     
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0 replies since 30/11/2009, 14:57   22 views
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