Mourinho voglia del Manchester City

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  1. fantasia finita
     
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    Lo sceicco dietro le bizze del tecnico?

    I nervi di Mourinho, più le "bordate" dei tabloid inglesi, più la presenza a Milano di emissari del Manchester City. Nel gossip del calciomercato, sono ingredienti più che sufficienti a formare un cocktail bomba: lo Special One sulla panchina dei nuovi ricchi del calcio britannico dall'estate 2010. Il "Daily Star" ha addirittura fatto cifre: 11 milioni di sterline annui, pari a 12 milioni di euro. E mani libere per costruire un grande City.

    Tanti, tantissimi soldi che, tuttavia, non sarebbero la vera molla per un divorzio anticipato dalla Beneamata. Le ragioni, nel caso, sarebbero altre: la difficile sopportazione, dimostrata anche dagli ultimi fatti, dell'ambiente calcistico italiano, rapporti con Moratti e la squadra non più idilliaci come all'inizio, la voglia di potere plasmare e insegnare calcio in una società che -a dispetto di investimenti ormai già a otto zeri- non gli punterebbe la pistola alla tempia chiedendo immediatamente una Champions League.

    Senza contare la molla del ritorno nell'"amata" Inghilterra, in cui, però, le panchine che possono abbinare prospettive sportive ed economiche sono occupate. Ancelotti è saldo al Chelsea, Ferguson non ha ancora intenzione di richiamare a Old Trafford l'erede designato, l'Arsenal rimane feudo incontrastato di Arséne Wenger. Si cambia a Liverpool, invece, ma la società non sembra abbastanza salda per dare garanzie di un progetto grande come nel recente passato. Il film che si può girare, insomma, è "Mou and the City". E chissà che quegli emissari avvistati domenica sugli spalti di San Siro -subito accostati a un contatto diretto con Rino Gattuso- siano invece venuti anche o solo per potere poi fare quattro chiacchiere, in serata, con lo Special One. Per ora è solo un film: ma la trama regge, e appare appassionante.
     
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