Mou gela l'Inter: "Voglio tornare in Inghilterra, lì sento l'amore della gente"

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  1. .ronaldo~
     
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    Mou gela l'Inter: "Voglio tornare in Inghilterra, lì sento l'amore della gente"



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    ''Voglio tornare in Inghilterra''. Josè Mourinho (nella foto) ha le idee chiare, almeno secondo il tabloid 'The Sun'. L'allenatore portoghese dell'Inter ieri era a Londra per spiare il Chelsea, prossimo avversario dei nerazzurri in Champions League. Il viaggio in Inghilterra, a quanto pare, ha offerto l'occasione per riflettere sul futuro. ''Voglio tornare. Non sono il tipo di persona che tiene nascoste queste sensazioni'', dice lo 'Special One'. Mourinho ha allenato il Chelsea per circa 3 anni dal 2004 al 2007 vincendo, tra l'altro, 2 campionati. ''Ho sempre detto la stessa cosa: adoro questo posto, lo adoro. Lo adoro'', ripete il lusitano.

    In Inghilterra, il nome di Mourinho è stato accostato al Liverpool, al Manchester City e al Manchester United. ''Qui ho vinto 2 campionati in 3 anni e ho conquistato anche tutte le coppe. Ho avuto molto successo, è normale che altre società mi vogliano'', dice prima di snocciolare altri dati del proprio curriculum. ''Ho vinto 2 titoli con il Porto, 2 con il Chelsea e ora voglio aggiungerne altri 2 con l'Inter'', dice pregustando il secondo scudetto consecutivo sulla panchina nerazzurra. ''Sarebbe speciale'', aggiunge.

    ''Credo che un giorno tornerò'', dice Mourinho. ''Ma non lascio un club a metà stagione per andare da un'altra parte - aggiunge nell'intervista al Sun - Quindi, fino al termine della stagione non c'è nessuna possibilità che io lasci l'Inter''. Allo Stamford Bridge, ha ricevuto un'accoglienza molto calorosa. ''Sento l'amore della gente, davvero. Ed è veramente emozionante. E' la seconda volta che torno a Londra da quando sono andato via ed è la prima che vengo allo Stamford Bridge. Devo dire che è bello tornare, ho rivisto tanti amici'', dice prima di spiegare i motivi che nel 2007 lo spinsero ad interrompere il rapporto con i blues. ''Sono andato via perché non volevo diventare un fattore di disturbo. Sembrava che dovessero cambiare allenatori ogni 3 mesi, non volevo essere visto come un elemento che creava problemi - dice ancora -. Sono rimasto lontano, perché era doloroso tornare: qui ho vissuto momenti splendidi, sono stato benissimo e non avrei mai voluto andar via. Per questo è sempre stato difficile ritornare''.

    Adesso la situazione è cambiata. ''Il tempo è passato e ora il Chelsea è primo in classifica. Sta vivendo un momento positivo, è un piacere essere di nuovo qui. E tornerò presto, visto che tra un paio di mesi c'è la Champions. Stamford Bridge - prosegue lo Special One - è casa mia, qui non ho mai perso una partita di campionato in piu' di 3 anni e ne ho persa solo una in Champions. Mi tornano in mente tanti ricordi. Io non me li scordo, cosi' come non li dimenticano i tifosi del Chelsea. In Inghilterra non dimenticano cosa ho fatto per loro e per il calcio inglese''.

    Il Chelsea di Ancelotti ''può vincere la Premier'', dice Mourinho. Il portoghese considera il Manchester United più debole rispetto allo scorso anno, dopo la cessione di Cristiano Ronaldo al Real Madrid. ''Ronaldo è il miglior giocatore del mondo, il suo trasferimento fa un'enorme differenza'', osserva. ''Spero che per il Chelsea vada tutto bene in Premier League ma non in Champions. Il sorteggio è duro per noi ma anche per loro. Se vinciamo, non farò nulla: amo il Chelsea, non celebrerò la vittoria'', dice evidenziando il legame con il club londinese. ''Questa, a parte Nicolas Anelka e Branislav Ivanovic, è ancora la mia squadra. Ho visto Ashley Cole, ho parlato con John Terry e Frank Lampard. E' stato tutto splendido'', dice. Non ha avuto la possibilità di incontrare il proprietario, Roman Abramovich. ''Non poteva venire, è fuori. Ma mi ha chiamato ed è stato molto gentile. Mi ha detto che potevo usare il suo palco per vedere la partita, così avrei potuto lavorare senza essere disturbato'', racconta. In realtà, le attenzioni dei tifosi non sono state un fastidio. ''Tutti mi dicevano di tornare a casa. Mi dicevano che ero a casa. Mi hanno persino detto che, se non dovessi tornare al Chelsea, dovrei comunque rientrare in Premier League. Ma la maggior parte di loro mi diceva di tornare al Chelsea''.

     
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